12 marzo1969 Roma - sciopero nazionale di 24 ore dei braccianti, salariati agricoli e florovivaisti dopo l’interruzione delle trattative per il rinnovo dei patti nazionali di categoria. Un milione e mezzo di braccianti hanno partecipato alla giornata di lotta unitaria proclamata dai tre sindacati di categoria. Dall’Emilia alla Sicilia, dalla Toscana alla Campania, alla Puglia, al Veneto, alla Sardegna, al Lazio (dove per la prima volta hanno scioperato le aziende dell’agro romano) i lavoratori della terra hanno risposto compatti alla rottura delle trattative. La piattaforma rivendicativa unitaria dei braccianti, oltre ai problemi dei salari, dei riparti e delle spese, pone al centro la questione delle commissioni comunali, la riforma del collocamento, il diritto alla contrattazione aziendale, e una radicale revisione dell’intervento pubblico in agricoltura. Manifestazioni e cortei unitari si sono tenuti nelle principali località delle zone bracciantili, per ribadire che il tempo dei paternalismi e delle concessioni unilaterali è finito e il sindacato deve contrattare tutto. ''Gli imprenditori agricoli non si facciano illusioni, ha dichiarato a questo proposito il segretario nazionale della FISBA-CISL Paolo Sartori, resisteremo e l’azione sindacale continuerà finché non avremo raggiunto nella sostanza un contratto aperto alla innovazione nei rapporti di lavoro in agricoltura''

12 marzo1969 Roma - sciopero nazionale di 24 ore dei braccianti, salariati agricoli e florovivaisti dopo l’interruzione delle trattative per il rinnovo dei patti nazionali di categoria. Un milione e mezzo di braccianti hanno partecipato alla giornata di lotta unitaria proclamata dai tre sindacati di categoria. Dall’Emilia alla Sicilia, dalla Toscana alla Campania, alla Puglia, al Veneto, alla Sardegna, al Lazio (dove per la prima volta hanno scioperato le aziende dell’agro romano) i lavoratori della terra hanno risposto compatti alla rottura delle trattative. La piattaforma rivendicativa unitaria dei braccianti, oltre ai problemi dei salari, dei riparti e delle spese, pone al centro la questione delle commissioni comunali, la riforma del collocamento, il diritto alla contrattazione aziendale, e una radicale revisione dell’intervento pubblico in agricoltura. Manifestazioni e cortei unitari si sono tenuti nelle principali località delle zone bracciantili, per ribadire che il tempo dei paternalismi e delle concessioni unilaterali è finito e il sindacato deve contrattare tutto. ''Gli imprenditori agricoli non si facciano illusioni, ha dichiarato a questo proposito il segretario nazionale della FISBA-CISL Paolo Sartori, resisteremo e l’azione sindacale continuerà finché non avremo raggiunto nella sostanza un contratto aperto alla innovazione nei rapporti di lavoro in agricoltura''

Precedente Condividi su